Matteo Maria Boiardo è un conte, nobile signore feudale vicino agli Estensi. Nasce nel 1441 e ben presto governa lui un feudo a Reggio Emilia ed entra in contatto con Ferrara per questioni diplomatiche. Il resto del suo tempo è dedicato agli studi sulla caccia. Nel 1476 si trasferisce a Ferrara come compagno di Ercole d’Este e negli anni immediatamente successivi diventò governatore a Modena e a Reggio, dove muore nel 1494, pochi mesi dopo la calata di Carlo VIII in Italia (che cerca di conquistare il regno di Napoli). Ferrara è uno dei centri prestigiosi dell’Umanesimo per l’impulso degli Estensi che rendono la città un gioiello. Boiardo ha una formazione umanistica e tradusse non a caso testi latini e greci. Inoltre scrisse in latino opere di carattere pastorale ed encomiastico in onore degli Estensi. Scrisse anche un’opera teatrale in volgare, destinata alla corte: si tratta di un dialogo ripreso da un autore greco del II sec. d.C. (Luciano). Le opere più importanti sono il Canzoniere (Amorum libri) e L’Orlando innamorato.

Il Canzoniere fu scritto tra il 1469 e il 1471 e comprende una raccolta di liriche amorose per Antonia Caparra: in tutto sono 180 testi tra sonetti e canzoni, divise in:

  • gioie dell’amore;
  • sofferenza del tradimento;
  • nostalgia e pentimento per questo amore.

L’Orlando innamorato è un poema la cui stesura fu iniziata nel 1476. I primi due libri, pubblicati nel 1483, comprendono 60 canti; poi Boiardo si dedicò ad un terzo libro che fu concluso pochissimo tempo prima della sua morte. Il poema riprende la materia cavalleresca, destinata al diletto dell’elite cortigiana (nel 1° verso c’è una dichiarazione programmata del testo).

Il fatto di aver intuito l’importanza di procrastinare (rimandare) la narrazione di un evento rispetto a quando il lettore si aspetterebbe, permette a Boiardo di suscitare curiosità nel lettore, e di intrigarlo nella vicenda. Boiardo è abile ad adoperare questo espediente che sarà adottato anche da altri autori come Ariosto. Per quanto concerne il linguaggio possiamo affermare che Boiardo, specie nella descrizione dei luoghi e nella caratterizzazione dei personaggi, tende a nobilitare e non a caso il registro adoperato è di carattere aulico-solenne, elevato, accostandosi così all’età cortese.