Guido Cavalcanti rientra nel gruppo dei poeti del dolce stil novo.

Biografia

Non abbiamo notizie certe sulla sua nascita (ca. 1250) ma sappiamo che egli proviene da una delle famiglie più importanti di Firenze. E’ figlio di un uomo dotto, Cavalcante (10° Canto dell’Inferno, citato fra gli Eretici).Partecipò in modo molto attivo alla vita politica cittadina; era un guelfo bianco e per questo suo schieramento politico ebbe conflitti con la famiglia dei Donati. Anche Cavalcanti, come Dante, viene esiliato intorno al 1300 e trascorre il suo esilio a Sarzana (Liguria), dove si dedica alla sua attività letteraria. In esilio si ammalerà e morirà a Firenze poco tempo dopo essere reintegrato nel capoluogo fiorentino. Aveva una personalità molto accentuata, era considerato molto fiero, sdegnoso, solitario e possedeva una profonda cultura filosofica che, specie in alcuni sonetti, emerge in modo evidente.

Della sua opera sono pervenuti ca. 50 componimenti: di questi, 35 sono sonetti, 10 sono ballate e il resto sono canzoni. Il tema affrontato è quello amoroso: Cavalcanti parte da una visione oggettiva, per poi fare alcuni riferimenti a donne amate da lui stesso (es. Giovanna), in modo da spiritualizzare la figura della donna. C’è una novità in Cavalcanti rispetto alla visione amorosa di Guinizzelli: l’amore diventa una forza travolgente; Guido è interessato soprattutto ad analizzare gli effetti spesso devastanti, distruttivi dell’amore sull’uomo. Quindi si passa rapidamente in Cavalcanti da una visione dell’amore come una forza positiva e luminosa a una concezione mistica, cioè l’amore è una forza irrazionale che, in quanto non razionale, sfugge al controllo dell’uomo e lo sovrasta, lo annichilisce, perché lo rende come impotente.

Una caratteristica del misticismo era anche quello di essere ineffabile e irriducibile: Guido riflette sull’incapacità di rendere a parole questa esperienza (afasia è la mancanza di parole); l’uomo si ammutolisce, non riesce più a cantare la dama ed è il “sospiro” ad assumere un ruolo importante nella poesia. Nell’ambito del tema degli effetti dell’amore, Cavalcanti insiste sul fatto che l’amore è tale da disintegrare l’uomo e l’anima (idea del corpo umano fatto da “membra”, cioè “spiriti vitali”, su cui Cavalcanti costruisce immagini poetiche).